“Dio Padre ha mandato nel mondo il suo Figlio Unigenito per sradicare dal cuore dell’uomo la schiavitù antica del peccato e così restituirgli la sua dignità”, la sintesi della missione di Cristo nelle parole del Papa: “Dal cuore umano infatti – come insegna Gesù nel Vangelo – escono tutte le intenzioni malvagie, le iniquità che corrompono la vita e le relazioni”.
“E qui dobbiamo fermarci, fermarci a riflettere con dolore e pentimento perché, anche durante quest’anno che volge al termine, tanti uomini e donne hanno vissuto e vivono in condizioni di schiavitù, indegne di persone umane”, il “mea culpa” sotto forma di appello sollecitato da Francesco: “Anche nella nostra città di Roma ci sono fratelli e sorelle che, per diversi motivi, si trovano in questo stato”.
“Penso, in particolare, a quanti vivono senza una dimora. Sono più di diecimila”, ha fatto notare il Papa: “D’inverno la loro situazione è particolarmente dura. Sono tutti figli e figlie di Dio, ma diverse forme di schiavitù, a volte molto complesse, li hanno portati a vivere al limite della dignità umana. Anche Gesù è nato in una condizione simile, ma non per caso, o per un incidente: ha voluto nascere così, per manifestare l’amore di Dio per i piccoli e i poveri, e così gettare nel mondo il seme del Regno di Dio, Regno di giustizia, di amore e di pace, dove nessuno è schiavo, ma tutti sono fratelli, figli dell’unico Padre”. Di qui l’invito alla vicinanza “a queste persone e a queste situazioni”.